Le Torri

Nel Medioevo, Manfredonia, la “Nuova Sipontum” era un aggregato urbano consolidato nelle sue prime strutture, non è da escludere che Manfredi abbia iniziato e non completato, oltre al castello, anche il recinto difensivo della città, infatti, secondo un dettaglio contenuto in un documento del 1277, re Carlo d’Angiò doveva far demolire un tratto di mura preesistenti, per recuperare le pietre per la costruzione della nuova cinta muraria.
Nel 1282 Manfredonia si può definire completamente cinta da mura, le quali delimitavano un parallelogramma con tre lati rettilinei ed uno irregolare verso il mare. Il circuito era ad andamento a scarpa, così come si nota nel tratto di mura accanto alla Torre Santa Maria, in via delle Antiche Mura.
Nel XV secolo, il circuito difensivo viene rinnovato, le invasioni turche e l’evoluzione delle armi da fuoco, inducono il governo aragonese a fortificare la cinta muraria. L’intervento della seconda metà del ‘400, rispetta l’originaria delimitazione dell’impianto angioino, infatti i nuovi lavori realizzano un circuito interno al primo, al fine di creare parallelamente al muro angioino, un terrapieno interposto.
Agli spigoli e lungo il perimetro della cinta furono realizzate una serie di Torri, posizionate a debita distanza una dall’altra, che assolvevano il compito di difesa delle mura e delle porte della città. All’interno della lunghezza delle mura e torri, orti e cisterne pubbliche collegati attraverso la Porta delle Palme, che collegavano l’abitato con l’esterno. Esistevano anche tante altre piccole torri, distrutte per far posto alle nuove costruzioni
Partendo dal rivellino ( muratura posta di fronte ad una porta collegata al castello) del Castello, inizia il percorso delle torri, da spiegare che tutte le torri avevano cunicoli sotterranei che le collegava al castello, la cosiddetta “via di fuga”, che serviva a raggiungere l’esterno dell’abitato senza pericoli, soprattutto in caso di invasioni. Alcuni abitati hanno nei loro sotterranei ancora tracce di questi cunicoli, altri sono crollati con la costruzione dei palazzi, si parla anche che in alcuni di essi, soprattutto re Manfredi di Svevia, abbia nascosto un tesoro.